Fatevene una cazzo di ragione
Alla vigilia della direzione regionale del Pd di oggi, permettetemi alcune considerazioni su quello che è successo in questi giorni. Mi sembra di poter dire, intanto, che non abbiamo capito la lezione. Ci si divide fra chi vorrebbe ricandidare solo alcuni dei consiglieri regionali uscenti, chi vorrebbe azzerare il tutto e chi sostiene che il gruppo del Pd alla Pisana, pur avendo sbagliato in passato ha fatto una opposizione rigorosa e, in fondo, ha mandato a casa la Polverini. Read more »
Polverini, ma se intanto ti dimettessi davvero?
Tracotante, immacolata, gli indegni sono altri. Cara presidente falla finita. Dici ai consiglieri del Pd che hanno annunciato le loro dimissioni e non le hanno mai date. Ma tu hai convocato una conferenza stampa, hai riempito le pagine di giornali, mi hai invaso il telecomando. Per tutti ti sei dimessa. Ma de che? Read more »
Rivoluzioniamo il Pd. Per cambiare davvero
In questi giorni, dopo la mia lettera ai consiglieri regionali, in tanti mi avete chiesto. “Ma come fai ancora a stare nel Pd”. Altri addirittura come faccio a occuparmi di politica.
La politica è un pezzo della mia vita. Del resto uno dei libri più belli che ho mai letto è “Una scelta di vita” di Giorgio Amendola. Sono cresciuto a pane e Berlinguer. Politica per me non sono le ostriche e le Bmw e neanche i regali di natale dei consiglieri pagati con i soldi dei contribuenti. Politica è pensare il futuro, cercare di ridurre quella drammatica frattura fra i deboli e i potenti che nella nostra società assume connotati sempre più inquietanti. E il Pd, con tutte le sue contraddizioni, rimane il partito che più si avvicina a questo concetto. Non ci sono soltanto le spese faraoniche di pochi, ci sono i sacrifici e le passioni di molti. Che adesso, forse, devono uscire dal guscio e “fare massa” per cambiare davvero. Provo a scrivere alcuni punti che spero di poter discutere presto. L’assenza di dibattito ieri in direzione regionale era giustificata dall’emergenza, ma di cose da dire ce ne sono eccome. E vanno dette a viso aperto, se non vogliamo essere travolto da quella valanga di disgusto che cresce in tutto il Paese.
Siamo tutti d’accordo che le responsabilità principali siano della destra. Ma dobbiamo dire chiaramente che non sono tollerabili comportamenti come quelli che hanno caratterizzato questa legislatura. Non è pensabile che si aumenti l’Irpef ai cittadini, si taglino i servizi e non si dia l’esempio. Per primi. Perché questo è il primo dovere di chi amministra. Così non è stato.
Questa è la prima discussione che il Pd deve fare. Intanto un appello: i consiglieri regionali, una volta che la Polverini avrà formalizzato le sue dimissioni, resteranno in carica fino all’insediamento della nuova assemblea per l’ordinaria amministrazione. Indennità compresa. Poi avranno una corposa liquidazione e il vitalizio. E in più hanno a disposizione ancora molti dei fondi erogati ai gruppi nel 2012. Non so quanto, Montino dice circa 600mila euro.
E’ possibile fare finta che non sia successo nulla? Io non credo.
Ecco il primo punto da affrontare, per il Pd è cosa fare con quei soldi. Restituirli al Consiglio regionale potrebbe essere una buona idea. Che i consiglieri regionali destinassero buona parte dell’indennità che percepiranno nei prossimi mesi per la campagna elettorale del partito potrebbe essere un’altra idea.
E poi dobbiamo dircelo chiaramente: serve una scelta chiara, decisa, senza compromessi: nessuno dei consiglieri uscenti può essere ricandidato. Lo so che non sono tutti uguali. Capisco bene la discussione che c’è stata in questi giorni fra chi approvava la linea Gasbarra e chi ha resistito fino in fondo. Ma in questo caso non si possono fare distinzioni. Serve una scelta di forte rinnovamento, radicale. Serve una rivoluzione. E questa deve partire dall’opzione zero. Zero ricandidati in lista. Montino, devo ammettere con grande stile, ha indicato la strada, la seguano anche gli altri.
Ancora. Servono idee di rottura per la nostra Regione, senza guardare in faccia a vecchi privilegi: sulle società, non servono tagli e riorganizzazioni. Serve una legge di due righe: tutte le società in house, le Spa a totale partecipazione regionale sono abolite. Allo stesso tempo ne serve un’altra nella quale si descrive la nuova organizzazione, si creano le strutture necessarie alla gestione dei servizi. Perché ci sono carrozzoni, ma anche enti che funzionano e anche bene.
In questa maniera si cambia passo, si disbosca una rete di clientele le cui radici corrompono profondamente i territori. Bisogna cambiare passo sulla sanità, andando a colpire quello che non si è mai voluto toccare, il settore privato rimasto sempre a margine dei tagli. Bisogna investire sulle tecnologie, ma davvero. Dire parole chiare sul tema dei rifiuti, dicendo che una discarica, nel terzo millennio, è davvero antistorica. E ancora sui trasporti, sul lavoro. Mettiamo a lavorare le nostre energie migliori, guardiamo alle tante esperienze cresciute in questi anni. Apriamoci. Ma davvero.
Sono solo i titoli, anche provocazioni, ma non è questa la sede per entrare nel merito. Lo faremo nei prossimi mesi. Spero tutti insieme.
E poi serve una cura da cavallo sul piano della trasparenza. A partire dalle liste e dalla campagna elettorale. Liste nuove, pulite, trasparenti. E deve essere una campagna elettorale tirchia: serve un limite di spesa bassissimo, penso a una cifra che non superi 10mila euro. Nessun manifesto con i faccioni, torniamo alle cene di sottoscrizione, evitiamo che i candidati debbano andare a pietire finanziamenti dagli imprenditori perché in consiglio regionale servono uomini liberi. Il partito torni a essere protagonista della campagna elettorale. Spese e finanziamenti dovranno essere messi on line in tempo reale.
E così una volta insediato il nuovo Consiglio le prime misure dovranno essere sulla trasparenza totale, sul funzionamento della macchina. Vanno dimagriti i gruppi e creati servizi efficienti istituzionali. Solo un esempio per rimanere al mio campo: oggi ogni consigliere, o quasi, ha il suo addetto stampa. E poi sul Consiglio regionale, salvo scandali, non esce nulla sui giornali. Sono una sorta di status symbol, come le auto blu. Fosse per me darei a ogni consigliere regionale un abbonamento intera rete per i mezzi pubblici, così, magari, si accorgerebbero di cosa vuol dire fare il pendolare e di come funziona male quel “Tpl” di cui tanto discutono e su cui tanto pontificano.
Ho voluto scrivere un po’ di idee alla rinfusa per dire una cosa: se la sinistra vuole governare davvero, a tutti i livelli deve mettere in atto questa “rivoluzione gentile”. Io credo che il Pd abbia le energie per essere il motore di questo grande processo. Bisogna andare oltre le correnti, gli schieramenti precostituiti. Alziamo la testa e prendiamo in mano questo partito. Io ci sto.
E adesso tutti a casa.
Ma davvero
Ha cominciato Enzo Foschi, consigliere regionale, su Facebook, poi è arrivata quella secca dichiarazione di Gasbarra che parla della necessità di una scossa, un elettroshock addirittura. Insomma la pazza idea che avevo lanciato in forma brutale ieri mattina, stimolata da un agghiacciante editoriale di Francesco Merlo su Repubblica, arrivati alla sera non era poi così pazza.
E benissimo fa il segretario romano del Pd Marco Miccoli a sottolineare come le dimissioni dei consiglieri di opposizione non solo metterebbero ko Polverini e soci, ma ci farebbero tornare in sintonia con i nostri militanti ed elettori.
Intanto, questa pazza idea, ha tolto la Polverini dalle prime pagine dei giornali e ha rimesso al centro un Pd non più pavido, ma che affronta il disastro a petto in fuori. E non è poco dopo una settimana in cui la governatrice è riuscita a smarcarsi dagli scandali giocando la parte di una eroina immacolata. Noi gli abbiamo detto chiaro e forte che il gioco non regge, che non basta presentarsi in Consiglio regionale vestita di bianco perché la melma si vede comunque.
E poi siamo riusciti a dire, forte e chiaro, lo ripeto, che siamo diversi dalla destra. Non tanto perché abbiamo usato in maniera oculata quei fondi oscenamente distribuiti dall’ufficio di presidenza (con il nostro assenso e il nostro silenzio), ma perché quando ci accorgiamo di aver sbagliato mettiamo davanti a tutto l’interesse del Lazio, dei cittadini, dei lavoratori, delle aziende. Lo ripeto: non l’interesse del Pd, non l’interesse del singolo consigliere. L’interesse collettivo. E scusatemi se, in tempi di teste di maiale e cene a base di ostriche, uso una categoria che a qualcuno sembrerà sessantottina.
L’hanno colto bene i giornali di oggi questo aspetto. Hanno colto bene la forza della dichiarazione di Gasbarra, che del resto raccoglie – magari con un paio di giorni di ritardo – quel “tutti a casa” lanciato perentoriamente su twitter da Zingaretti.
Ora si tratta di farlo capire bene a tutti. E di procedere di conseguenza. Credo che domani verrò anch’io alla direzione regionale e chiederò di intervenire. Magari mi diranno di no, non sarebbe uno scandalo visto che non ne faccio parte. Ma forse cinque minuti me li daranno.
Dirò più o meno questo.
Adesso bisogna fare sul serio: raccogliere le firme di tutta l’opposizione, non solo dei consiglieri eletti, ma anche di quelli semplicemente candidati. Il Pd si riprenda il suo ruolo quello di forza trainante del centrosinistra. E bisogna presentarle sul serio le dimissioni, non solo minacciarle. Qualcuno sicuramente dirà: vabbeh ma così non si scioglie il consiglio regionale, si lascia semplicemente da sola la maggioranza.
Io credo, al contrario, che sia una vera bomba atomica lanciata in quell’aula troppo spesso inutile e umiliata. Indiciamo una grande manifestazione unitaria davanti alla Pisana, organizziamo i pullman, circolo per circolo del Pd. In quella giornata presentiamo le nostre dimissioni collettive. E poi vediamo se tutto rimane come prima. E’ una follia? Forse sì. Io credo che Polverini e soci sarebbero davvero nudi di fronte all’opinione pubblica e non potrebbbero resistere un minuto di più.
Dirò ancora: questa operazione, non mediatica, non tattica, ma vera, di grande impatto perché sincera, andava fatta un minuto dopo aver votato i tagli. Si doveva intervenire in aula dicendo: “Noi abbiamo votato la riduzione delle commissioni, abbiamo votato la riduzione dei fondi ai gruppi, perché vogliamo che la prossima legislatura sia diversa. Ma adesso ce ne andiamo perché noi siamo quelle che le cene e le cravatte ce le paghiamo da soli e con le vostra decadenza non vogliamo entrarci nulla. Adesso, subito non tra due anni, giudicheranno i nostri unici padroni, gli elettori. Arrivederci a lunedì.
Ps: in questi due giorni (sabato e domenica mattina) ho ricevuto oltre tremila visite sul mio sito. Non lo dico per autocompiacimento, ma per farvi capire quanto questo argomento sia sentito. Chi vuole continuare a seguire le folli idee di un libero iscritto al Pd può anche iscriversi al sito, non vi arriveranno pubblicità, ma una mail quando viene pubblicato un nuovo articolo: basta inserire il proprio indirizzo nella finestra in basso a destra.
Pps: grazie a tutti, ai tanti che mi hanno fatto i complimenti, ma anche a quelli che non sono d’accordo. L’importante è discutere a viso aperto. Un ringraziamento in particolare a “Il fatto quotidiano”, non lo amo tantissimo ma credo che questa volta abbia fatto un favore non tanto a me, ma a tutto il Pd.
Cari consiglieri regionali del Partito democratico…
Cari consiglieri regionali del Pd,
vi scrivo questa lettera perché non facendo parte della direzione del partito non posso intervenire lunedì e dirvi le stesse cose in faccia, guardandovi negli occhi. Read more »
Via Matturro dalla presidenza dell’urbanistica
“Anche oggi il consigliere Fabrizio Matturro (Udc), presidente della commissione Urbanistica del X Municipio, non fa mancare il suo apporto al partito del cemento. Read more »
Dal piano casa al piano chiese
In consiglio regionale arriva, in una tiepida giornata di fine luglio, la legge di correzione al cosiddetto piano casa. Spiega l’assessessore all’Urbanistica della giunta regionale, Luciano Ciocchetti: si tratta di un articolo unico nel quale, d’accordo con il governo, correggiamo alcune norme per evitare il giudizio della Corte Costituzionale. E fin qui, tutto bene. Nel senso che le opposizione, nel corso del dibattito che si è svolto un anno fa, anche in questo caso – solo una coincidenza? – in una settimana prevacanziera, avevano già sollevato obiezioni rispetto alla costituzionalità di alcune norme. Poi, su questo articoloo unico, piombano nove emendamenti. Tutti a firma Ciocchetti. Qualche aggiustamento, ma il primo fa saltare sulla sedia. Per finanziare la realizzazione e l’ampliamento di edifici di culto, gli enti religiosi potranno realizzare, su terreni di loro proprietà, case, uffici, strutture di ricezione turistica e servizi, per una volumetria non superiore a quella delle opere religiose. Case, insomma. Quartieri nuovi intorno a chiese nuove. Si torna all’antico quando il marchese Gerini proprietario di migliaia di ettari di terreni agricoli li regalò alla chiesa e questa ottenne prima di costruire chiese, poi, tutto attorno, sterminati quartieri. Ne sappiamo qualcosa in X Municipio. Del resto si è mai vista una chiesa senza fedeli. Ci sono altre piccole furbate in quel pacchetto di emendamenti, ma questo (QUI TROVATE IL TESTO PRESENTATO) è un vero e proprio scandalo. Altro che piano casa, siamo al piano chiese. Altro che aiuto alle famiglie che hanno bisogno di una stanza in più, qua siamo all’aiuto al sagrestano. E’ fine luglio, ma io credo serva una mobilitazione immediata. Di partiti, associazioni e cittadini. Per dire no all’ennesima manovra speculativa fatta sulla pelle dei cittadini del Lazio.
Appunti per il futuro
La direzione da prendere
Una premessa: le questioni urbanistiche vanno analizzate insieme alla mobilità e alle politiche per la casa, altrimenti continueremo a progettare quartieri senza collegamenti e appartamenti destinati a restare vuoti. Anzi a essere precisi, continueremo a progettare quartieri sempre più lontani dai luoghi di lavoro, ad avere una città sempre più a macchia di leopardo, ingestibile. Read more »
Appunti per il futuro: la questione della casa
L’urbanistica è da sempre una materia calda a Roma. Nel X Municipio, ormai, se ne discute al bar insieme agli acquisti della Roma e della Lazio.
Il piano regolatore approvato dalla giunta Veltroni prevede un netto ridimensionamento rispetto al precedente strumento urbanistico, prevede norme precise sulla mobilità, prevede strumenti innovativi rispetto al passato, in particolare le cosiddette centralità. Pensate come aggregati urbani, fatti soprattutto di servizi, per garantire gli standard urbanistici a quei territori che non li raggiungono. Read more »
Nuova sede della Provincia
La replica di Zingaretti
Ieri il Messaggero apriva la cronaca di Roma sparando a tutta pagina contro Zingaretti e la decisione di comprare una nuova sede per la Provincia di Roma, in una delle torri in corso di realizzazione all’Eur. Read more »
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