Ma il fine giustifica i mezzi?
Il pippone del venerdì/72
Dall’arresto del sindaco di Riace mi arrovello intorno a questa domanda: ha ragione il buon Machiavelli e quindi il fattore preminente è il fine, oppure i mezzi per raggiungerlo sono parte del fine stesso? Perché la vicenda mi ha colpito molto e mi ha ricordato anche vecchie discussioni con l’allora presidente del mio municipio romano che usava spesso forzare le norme per garantire diritti innegabilmente compromessi dalle norme in vigore. Non solo promuoveva apertamente l’occupazione degli immobili sfitti, a volte interi palazzi, ma addirittura firmava ordinanze con le quali provava addirittura a requisirli. Pratiche che mi lasciavano – e mi lasciano tuttora – più di qualche dubbio.
Facciamo alcune premesse, altrimenti immagino il casino che si scatena. Riace comunque sia rimane un modello di integrazione sociale ed economica davvero eccezionale. Un punto di riferimento per chi, come me, sostiene la necessità di abbattere ogni frontiera. E il sindaco Lucano rimane un personaggio straordinario, con una umanità che credo sia incontestabile. Saprà difendersi nell’inchiesta e non dall’inchiesta, ne sono sicuro. Del resto, anche secondo l’accusa, non ha mai neanche pensato a un qualche tipo di vantaggio personale. E, infatti, ho letto non solo l’accorato appello di Saviano che parla di “peccato di umanità”, ci sono anche autorevoli sacerdoti che spiegano come si possa violare la legge per difendere i diritti universali. Ora Lucano, anche secondo l’accusa, avrebbe agito per salvare dalla strada tre ragazze, per permettere a immigrati sfruttati e perseguitati da altri italiani di non essere più clandestini.
Con un po’ di leggerezza da bar, si potrebbe anche tagliare la questione con l’accetta: ma possibile che in Calabria, una procura, per di più quella di Locri, non abbia niente di meglio da fare che mettere agli arresti domiciliari un sindaco che non solo ha salvato dei poveracci ma ha trovato il modo utilizzare i fondi pubblici in maniera da creare un virtuoso circuito economico? Sicuramente, insomma, pur avendo massima fiducia nell’autonomia e nell’indipendenza della magistratura, questa inchiesta è sicuramente un po’ figlia dell’aria che tira in questo Paese. Una brutta aria.
L’ultima premessa riguarda il merito dell’inchiesta. Due sono le accuse:la prima il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ecco, io ritengo questa legge particolarmente odiosa, perché rende criminale non un determinato comportamento, ma la condizione stessa di immigrato. Diventa reato, insomma, l’essere non il fare. E credo che contro questa roba avremmo dovuto gridare più forte e i governi a guida Pd degli ultimi anni avrebbero dovuto quanto meno provare a eliminare questa barbarie. La seconda riguarda l’affidamento diretto, senza appalto, alla cooperativa sociale creata su iniziativa del Comune, dei servizi relativi alla raccolta dei rifiuti. E qui, come dire… dovrebbe finire in galera almeno la metà dei sindaci italiani. Quanti sono i servizi affidati senza gare per le più svariate ragioni, dall’urgenza a motivi meno nobili? In questo caso per di più non ci sono interessi personali, c’era da salvare una comunità e integrare i nuovi cittadini nel tessuto sociale. Ancora una volta la colpa di Lucano è l’eccesso di umanità, insomma,
Queste, in sintesi estrema, sono le ragioni che mi hanno portato ad aderire alle manifestazioni di solidarietà con il sindaco di Riace, mettendo da parte le mie domande. Del resto, si potrebbe dire ancora, abbiamo straordinari esempi di personaggi che hanno violato la legge. Lasciando da parte le grandi rivoluzioni dell’800 e la presa del potere con mezzi violenti, che pur potrebbero essere prese ad esempio di come un buon fine giustifichi anche le fucilate, ci sono Gandhi, Mandela, Martin Luther King, ma anche gli obiettori di coscienza che finivano in galera per rivendicare il loro diritto di servire il Paese senza le armi in pugno. Insomma, di persone che per buoni fini hanno violato leggi ingiuste sono pieni i libri di storia. La disubbidienza civile è una pratica nobile, attraverso la quale, spesso anche in maniera non violenta, sono stati sconfitti gli imperi.
Né vale la pena sottolineare che nel caso di Gandhi si trattava di una lotta contro il colonialismo, che nel caso di Mandela si parlava di segregazione razziale. Per me il reato di clandestinità è equiparabile, per gravità, alla segregazione razziale. Lo dico senza enfasi, consapevole della portata di quello che scrivo. Non è questo, insomma, il dubbio che mi assilla. Né vale la pena di entrare in una discussione più filosofica per stabilire come si possa certificare la bontà di un fine. Come giustamente fanno notare i sacerdoti, uomini di chiese e pertanto avvezzi alla cieca osservanza dei precetti, qua si parla di diritti umani universali. Quale fine migliore si può trovare?
Non è, insomma, tanto la violazione della legge, né la discussione sul fine, che mi tormentano, quanto la solitudine del sindaco. Io non credo che – ove venisse dimostrata l’esistenza dei reati contestati – Lucano abbia pensato con leggerezza di far sposare una donna con il suo stesso fratello per salvarlo e farlo arrivare legalmente in Italia. Né credo che si tratti della semplice attitudine tutta italiana che tende ad “aggiustare” la legge, utilizzandone le pieghe per eluderne gli effetti. Credo semplicemente che, salvo poche lodevoli eccezioni, il primo cittadino di Riace sia stato lasciato solo. Non abbiamo saputo far diventare il suo appello un movimento per la difesa dei diritti umani, facendo uscire dalla dimensione locale la sua disperazione e la sua voglia di aiutare gli ultimi della terra. Questo mi turba nel profondo. La nostra incapacità. Che non è solo quella di non riuscire ad avere un decente partito di sinistra in questo Paese, ma è quella di non riuscire più a fare rete, di rendere collettiva – e quindi in ultima istanza politica – la disperazione di un uomo che cerca di salvare delle vite. Ecco, per me la risposta non può essere: cosa volete che abbia fatto, sono soltanto bazzecole. Dobbiamo rivendicare l’urgenza di combattere questa legge con tutti i mezzi possibili. Ma se non lo facciamo insieme lasciamo i tanti Lucano che ci sono nel nostro Paese alla mercé dei Salvini che diventano sempre di più.
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