La fase 2 mi sembra peggio della fase 1.
Il pippone del venerdì/140

Mag 8, 2020 by     No Comments    Posted under: Il pippone del venerdì






Francamente mi sarei aspettato che questa prima riapertura che viviamo ufficialmente da ormai una settimana portasse qualche giornata di sana “leggerezza”. Dico ufficialmente perché in realtà da quando il presidente del Consiglio aveva annunciato i provvedimenti che sarebbero entrati in vigore dal 4 maggio gran parte del popolo italiano ha saltato a piè pari la data e dal giorno dopo era tutto un via vai di persone.

Niente di male, per carità. Stare in casa per quasi due mesi è stato pesante e anche i controlli delle forze dell’ordine si sono gradualmente allentati.

Mi aspettavo però anche un altrettanto graduale allentamento di quella insana sorveglianza social (non è un refuso intendo proprio social, nel senso di sorveglianza che viene applicata attraverso un uso smodato della pubblica denuncia on line) che ci ha afflitto dall’inizio della quarantena. E invece no, cambiano gli obiettivi, perché ampliandosi la platea dei possibili bersagli si è un po’ attenuata la pressione sui proprietari di cani e sui runner, restano i toni apocalittici. Nel mirino adesso ci sono principalmente le famigliole che si permettono di portare i bambini a passeggiare, per giunta senza mascherina. Ci farete tornare tutti in quarantena rigida, dovete stare a casa. Questo il messaggio che gira di chat in chat, di gruppo in gruppo su Facebook. A parte il fatto che se ce ne restiamo tutti in casa non si capisce bene quale sia la differenza con la fase 1. A parte il fatto che su larghe fette (per fortuna) del territorio nazionale la mascherina va portata solo in ambienti chiusi come mezzi di trasporto e negozi. A parte tutto questo, dicevo, viene sempre da chiedersi come sia possibile che un popolo noto in passato per i suoi grandi slanci solidali sia diventato così cattivo e pronto allo schiaffo invece che a tendersi la mano. Per non parlare della facilità con cui si continua a dar credito alle teorie più strampalate.

Certo, c’è una base “sociologica” di questo comportamento. La paura, la tendenza ad aggrapparsi alle possibilità più assurde per allontanare il pensiero e l’immagine della morte, così presente in questo periodo: ci sta tutto. E non è che gli italiani siano un caso unico. Basta pensare che nella patria della tecnologia c’è chi ancora da retta alle teorie strampalate di Trump, per avere un’idea dell’estrema fragilità davvero globale del genere umano.

In Italia, però, ci mettiamo del nostro. Siamo l’unico paese al mondo dove nel pieno di una crisi davvero senza precedenti negli ultimi cento anni, sui giornali ci si diletta a parlare della possibilità di una crisi di governo. Ora, che alcuni ministri siano del tutto inadeguati si sa. Basta pensare alla confusione che causa ad ogni intervista sulla scuola l’ineffabile Azzolina per farsi un’idea. Ma per fortuna, almeno nei ruoli chiave per gestire l’epidemia ci sono politici – e sottolineo politici – preparati e con un altissimo senso delle istituzioni. Merce rara di questi tempi. L’ho già scritto ma vale la pena ripeterlo, basta ricordare che al posto di Conte potremmo avere Salvini per chiudere ogni discussione.

E, invece, no. Si continua di giorno in giorno nell’azione di logoramento continuo. Ecco, se una vera colpa questo governo ce l’ha, è quella di non aver vietato i sondaggi politici almeno fino alla conclusione dell’emergenza. Forse starebbe più tranquilla l’opposizione, farebbe il suo lavoro senza aizzare improbabili folle. Forse starebbe più tranquilla quella parte della maggioranza che ancora in questa settimana continua a cercare soltanto di avere più visibilità, preoccupata di qualche decimo di punto in meno nel potenziale consenso elettorale.

Ora, è solo una battuta, ma per chi come me sostiene da sempre che una classe dirigente non può governare con i sondaggi alla mano è logico pensare che in una grave situazione di crisi l’unico faro dovrebbe essere la Costituzione, dove è scritto chiaramente che la salute è al primo posto.

Ultimo punto, assai impopolare e poi vi lascio a questa calda giornata prefestiva. La burocrazia. Tutti, come al solito a tuonare contro. Senza accorgersi che il problema della gestione dell’emergenza non è la troppa burocrazia, ma l’aver smantellato sostanzialmente l’apparato statale nella foga liberista degli scorsi anni. Ora. Avremo anche procedure farraginose e complicate. Ma questo è dovuto al fatto che si è proceduto alla distruzione dell’apparato, assoggettandolo al potere politico, affidando al privato la gestione di servizi essenziali, distruggendo un sistema che aveva una sua funzionalità con il nulla.

Per questa settimana m fermo qui. E, per favore, se proprio dovete stare in casa, almeno evitate di sputare sentenze su chi sceglie di farsi una passeggiata al sole, a debita distanza gli uni dagli altri. Siete più contagiosi voi del coronavirus.








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