Il X municipio e mezzo
Ormai sembra certo che, dopo un annetto buono di suspense, l’assetto definitivo dei municipi inciderà profondamente sull’assetto del X. Nascerà quello che io chiamo il X Municipio e mezzo. Ovvero, all’attuale territorio amministrato dal parlamentino di Cinecittà si aggiungerà il territorio dell’attuale IX, fino a Ponte Lungo, così prevede la delibera comunale. La ferrovia farà da confine con quello che diventerà tutto primo municipio, insieme anche a XVII.
Diciamo subito una cosa. Secondo me non ha senso una semplice riduzione dei municipi da 19 a quindici. Non ha senso perché non si raccorda con la prospettiva dell’area metropolitana. Non ha senso perché vorrei che qualcuno mi quantificasse quanto si risparmia eliminando un po’ di consiglieri. Gli assessori in realtà aumenteranno, perché passeranno, nella delibera approvata in commissione da 4 a 6. E quindi, tolti i sedici che si risparmiano eliminando quattro municipi, ne avremo complessivamente 14 in più.
Dal punto di vista dei costi, dunque, il risparmio è risibile. Del resto il problema dei costi della politica non può di certo essere addebitato ai Municipi.
Dal punto di vista del governo della città non mi sembra si possa parlare di un cambiamento significativo. Semplicemente si tratta di una impuntatura della Lega Nord che impose a Berlusconi alcuni limiti in cambio dell’aumento dei poteri di Roma Capitale.
Io credo sia necessaria una profonda revisione dell’assetto dell’area metropolitana, con l’istituzione dei Comuni metropolitani e una differente sintesi fra Roma e la Provincia. Questo si poteva iniziare a fare qià in questo scorcio di legislatura, ma non è stato fatto.
Detto questo sul piano generale, entrando nel merito del provvedimento, credo che sia un accordo accettabile per due ordini di ragioni.
In primo luogo si crea una piccola “city”, unendo primo, XVII e parte del nono. Avere sotto un’unica amministrazione gran parte del centro storico aiuterà ad affrontare i problemi di una parte di città del tutto diversa dal resto. Se – e questa è la condizione essenziale – il futuro presidente di questo super municipio non si sentirà un alter ego del sindaco, ma si metterà con umiltà a fare il suo lavoro.
Per quanto riguarda noi, chi come me ha un po’ di memoria e di attenzione alle vicende politiche romane, si ricorderà che quella di stabilire i confini del municipio più o meno dove si attesterebbero adesso, è una vecchia proposta della sinistra romana. Le ragioni sono semplici a dirsi: intanto è una zona sostanzialmente omogenea dal punto di vista urbanistico e commerciale, se guardiamo alla città cosiddetta “consolidata”. Altro punto interessante di questa proposta è la creazione di un sistema dei parchi, che permetterebbe finalmente di guardare al parco dell’Appia Antica come un “unicum” che arriva dalla Caffarella fino agli Acquedotti. Un grande parco urbano con il quale dovremo fare i conti, una grande risorsa per il territorio.
Infine va ricordato che, se dal punto di vista degli abitanti diventerà uno dei più grandi municipi di Roma, il secondo se non erro, da quello della superficie resta uno dei più piccoli, come meno problemi, dunque dal punto di vista dell’amministrazione quotidiana.
Insomma credo sia un’ipotesi con la quale confrontarsi senza preclusioni e senza guardare alle proprie convenienze. Dire no, solo perché non lo si ritiene conveniente dal punto di vista elettorale sarebbe una follia che i cittadini di questa ampia area di Roma non si meritano.
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una domanda mi chiedo come mai per il parco dell appia antica è cosi conteso dalla 9 circ e la 10 circ quali interessi economici si nascondono dietro questo ? chi mi sa rispondere
http://cdz.quartomiglio.com/2012/12/quarto-miglio-nel-municipio-xi/