Fatevene una cazzo di ragione
Alla vigilia della direzione regionale del Pd di oggi, permettetemi alcune considerazioni su quello che è successo in questi giorni. Mi sembra di poter dire, intanto, che non abbiamo capito la lezione. Ci si divide fra chi vorrebbe ricandidare solo alcuni dei consiglieri regionali uscenti, chi vorrebbe azzerare il tutto e chi sostiene che il gruppo del Pd alla Pisana, pur avendo sbagliato in passato ha fatto una opposizione rigorosa e, in fondo, ha mandato a casa la Polverini.
Mi sembra che il dibattito “ricandidare gli uscenti sì, ricandidare gli uscenti no” sia davvero male impostato. Come è deleterio e male impostato il toto candidature che impazza non solo sui giornali, ma anche fra i nostri gruppi dirigenti. Il tema è: il Pd è in grado o no di dare un forte segnale di discontinuità, riesce a fare proposte radicalmente alternative, riesce a tornare in sintonia con il proprio elettorato?
Quello che in questi mesi è venuto alla luce non è soltanto un Fiorito mangiatutto. Fa comodo pensarla così. Fa comodo pensare che sia tutta colpa di questo politicante di provincia che ha anche il fisico, come avrebbe detto Mario Di Carlo, per incarnare il male assoluto: strafottente, arrogante, antipatico, ignorante. Gli aggettivi non lo descrivono.
Io credo che, in realtà, quello che è successo in questi giorni metta in discussione il nostro modo di “essere partito”. Il Pd del Lazio, va detto, è un patto di correnti. Dove se non appartieni a questa o a quella cordata non conti nulla. Puoi anche essere la persona più capace di questo mondo, ma deve restare al tuo posto, zitto e buono, aspettando che il tuo capobastone imponga la sua mano su di te e ti assegni qualche strapuntino. Le uniche capacità che si richiedono ai dirigenti sono la fedeltà e l’ubbidienza. Chi si pone fuori da questi schemi diventa, a seconda dei momenti matto, giustizialista, interprete dell’antipolitica.
E questo schema di governo del partito ha provocato un progressivo svuotamento del significato della militanza, una progressiva cessione di sovranità da parte del partito stesso verso i cosiddetti “eletti”. Chi poi questo metodo ci abbia portato a perdere Roma, il Lazio e tanti comuni importanti, poco importa. La cosa importante è perpetuare il potere degli eletti.
Sono schematico e crudo, ma questo penso. E se il tema deve essere soltanto cambiare i capobastone con i loro sottopancia, francamente, non ci sto. Perché paradossalmente questo porterebbe soltanto a una ulteriore perdita di qualità della nostra rappresentanza nelle istituzioni.
Non abbiamo capito la lezione. Non abbiamo capito che un partito fatto in questa maniera porta a quanto abbiamo visto in questi giorni. Cosa è che appare chiaro adesso? Per me, lo dico sempre in maniera schematica, è chiaro che nel consiglio regionale c’è stato un sistema di cogestione delle risorse a disposizione fuori da ogni controllo. Per me appare chiaro che c’è stato un aumento a dismisura delle risorse a disposizione dei gruppi consiliari. Non dei partiti, badate bene, ma dei gruppi consiliari. Che potevano disporre di milioni di euro a loro piacimento. E che, nella migliore delle ipotesi, hanno usato quei fondi per consolidare i loro feudi. E chi racconta che ci siamo opposti, abbiamo votato contro, racconta balle. Non è questo il tema, ma bisogna sgombrare il campo, almeno, dalle falsità. Tutti i gruppi hanno sempre votato a favore degli aumenti. Sono pronto a produrre i documenti, video compresi, che lo dimostrano. Ma, ripeto, il tema non è questo. Come non è la qualità delle spese effettuate dai gruppi. Posto che le risorse del gruppo Pd siano state usate per fare politica e non ci sia stato un suo illegale dei fondi, posto che siano tutte spese corrette e giustificate, resta il tema, grande come un macigno: abbiamo cogestito un sistema che ha portato agli eccessi e alle ruberie della destra. E non basta dire che noi siamo del tutto estranei ai Fiorito e soci. Ci mancherebbe altro. Abbiamo contribuito a crearlo quel sistema.
E allora davvero è sufficiente mandare a casa tutti i consiglieri regionali e sostituirli con i loro sottopancia? Oppure fare un giro di valzer per cui si promuove qualche consigliere comunale e si ruota con il suo omologo alla Pisana?
Io credo che abbiamo bisogno di cambiare profondamente il nostro stesso modo di essere. A partire dalla campagna elettorale, che deve essere non solo sobria, ma tirchia. L’ho già scritto e lo ripeterò fino alla nausea. Continuare con le spese folli dei candidati, ben al di sopra, tra l’altro dei pur alti limiti previsti dalla legge, sarebbe uno schiaffo al nostro popolo.
Continuare a porsi solo il problema delle candidature e non quello delle idee sarebbe uno schiaffio all’intelligenza dei nostri militanti. Non cambiare profondamente il nostro agire nelle istituzioni, restare nei cda di aziende buone soltanto a far assumere parenti, amici e amanti, questa è l’antipolitica, non Grillo, non chi denuncia questa situazione.
Cominciamo a discutere e a dire cosa vogliamo fare nel Lazio.
Siamo tutti d’accordo che il piano casa di Ciocchetti, che abbiamo contribuito a peggiorare, sia da abrogare immediatamente?
Siamo tutti d’accordo che bisogna rivedere profondamente il rapporto fra sanità pubblica e privata nel Lazio? Il sistema continua a produrre debiti e scarsa qualità delle prestazioni erogate ai cittadini. Questo sistema è composto, nella maggioranza, da operatori privati convenzionati. Ormai i posti letto nelle cliniche accreditate sfiorano il 60 per cento del totale. Possibile continuare a tagliare solo i posti letto pubblici? E come pensiamo di azzerare i debiti se interveniamo soltanto sul 40 per cento del totale?
Siamo tutti d’accordo che serve una politica industriale dei rifiuti, che individuare una discarica non serve a nulla, ma non servirà a nulla neanche portare la raccolta differenziata a livelli di paese civile se non creiamo una industria, un polo del riciclo? In Campania la camorra si vende la plastica da riciclare ai cinesi. Vogliamo finire anche noi così o siamo in grado di attrarre investimenti, di creare posti di lavoro per un’industria davvero ecocompatibile?
Siamo tutti d’accordo che bisogna investire nelle infrastrutture utili e non in faraoniche quanto inutili grandi opere? Qualcuno mi dice qual è la nostra posizione sul collegamento fra la futura autostrada Roma-Latina e la Roma-Civitavecchia?
Siamo d’accordo che dobbiamo individuare i settori su cui puntare per creare un sistema industriale vero che riesce a competete sui mercati oppure pensiamo che bastino la cassa integrazione pe chi perde il posto di lavoro, finanziamenti a aziende decotte che continueranno a produrre perdite? Bisogna scegliere e premiare chi guarda al futuro, finanziare chi cerca di scimmiottare i cinesi ci porta alla distruzione.
Siamo d’accordo che dobbiamo difendere le nostre eccellenze? Penso alla cultura, all’audiovisivo, al turismo, al sistema aeroportuale e dei porti, alle università, ai centri di ricerca.
Pensiamo, insomma, di governare il Lazio o di tirare ancora a campare? Pensiamo sia sufficiente mettere candidati onesti oppure serve un grande sforzo collettivo per tornare a essere partito nel senso proprio della parola. Luogo di partecipazione e confronto, luogo in cui si discute e si decide. Luogo aperto ai cittadini, alle tante realtà associative che in questi anni sono cresciute e non ci hanno trovato mai interlocutori attenti.
Ecco, io vorrei – capisco la presunzione, ma permettetemi di esserlo almeno un pochino – che il mio partito, la direzione regionale in primis, cominciasse a dare risposte a queste domande. Altro che giustizialismo, altro che antipolitica. Altro che difesa strenua del fortino. Quel fortino non c’è più, fatevene una cazzo di ragione.
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crudo ma reale…..da condividere tutto……e aggiungere….casa…..scuola e cultura….sport….commercio etc…ma discutere e decidere per risolvere i problemi…..basta solo denunciarli…..
welfare ——-anche si
ovviamente bisogna affrontare tutti i temi che dite. Ma se scrivevo tutto non la finivo più. e non sono in grado di parlare di tutto!!
finalmente c'è chi pensa che la politica sia lo strumento per risolvere grandi e piccoli problemi dal lavoro all'impresa di qualità, dai diritti allo stato sociale, alla qualità ambientale. non è più il tempo di parlare dei nomi a prescindere (direbbe Totò) dai contenuti. riuscire a questo significa iniziare una rivoluzione democratica……e perchè non iniziarla?
Prorpio per molte delle questioni che proponi tu, non possiamo, come partito, ripresentare coloro che già sedevano in consiglio.
Se tante cose nel Lazio sono mancate non è stata solo colpa di questi due anni di Polverini e co.
Inolgtre, per favore… evitiamo di ripetere: "in fondo, ha mandato a casa la Polverini". Se non ci fossero state loro beghe interne, i consiglieri nostri non sarebbero stati capaci a mandare a casa neanche un uscere.
Per rispondere alla tua domanda: "Pensiamo, insomma, di governare il Lazio o di tirare ancora a campare? ". Beh… per governare il Lazio forse dobbiamo cambiare radicalmente… a partire dai consiglieri
Io penso che se il 100% di chi sedeva in consiglio non può più essere ricandidato significa che c'è qualcosa di profondamente sbagliato nella selezione e successiva gestione politica dei candidati. La statistica non mente, il 100% è una percentuale sospetta, almeno uno furbo doveva esserci nel mazzo. Per cui il problema non si risolve semplicemente non candidando più i consiglieri uscenti ma cercando di capire come e perchè sono stati presentati. E su questo versante non vedo grandi elaborazioni, non vorrei che tutto si concludesse con l'individuazione di comodi capri espiatori per ricominciare da capo al prossimo giro.
Hai ragione. Ricandidare nuovi "furbi" (anche uno su 50), non erve a nulla.
Bisogna cambiare i criteri di selezione. Però, se i precedenti sono stati selezionati con criteri sbagliati, e nessuno di loro ha avuto nulla da dire sul fatto che siano stati spesi 700 mila euro in manifesti…. non posso considerarli capri espiatori….
capro espiatori se chi li ha messi lì si autoassolve
No, assolutamente. Bisogna cambiare i consiglieri e chi ce li mette !!!
"Io credo che, in realtà, quello che è successo in questi giorni metta in discussione il nostro modo di “essere partito”. Il Pd del Lazio, va detto, è un patto di correnti. Dove se non appartieni a questa o a quella cordata non conti nulla. Puoi anche essere la persona più capace di questo mondo, ma deve restare al tuo posto, zitto e buono, aspettando che il tuo capobastone imponga la sua mano su di te e ti assegni qualche strapuntino. Le uniche capacità che si richiedono ai dirigenti sono la fedeltà e l’ubbidienza. Chi si pone fuori da questi schemi diventa, a seconda dei momenti matto, giustizialista, interprete dell’antipolitica.
E questo schema di governo del partito ha provocato un progressivo svuotamento del significato della militanza, una progressiva cessione di sovranità da parte del partito stesso verso i cosiddetti “eletti”. Chi poi questo metodo ci abbia portato a perdere Roma, il Lazio e tanti comuni importanti, poco importa. La cosa importante è perpetuare il potere degli eletti."
APPLAUSI CONVINTI E PROLUNGATI. (piero)
Cambiare radicalmente senza demonizzare nessuno. E' l'ora delle grandi scelte : progetti, contenuti, persone nuove e soprattutto un nuovo modo di stare in campo. Con la situazione drammatica che vive la politica, e noi dentro la politica, non possiamo certo farci condizionare dal dibattito sugli ex consiglieri. Si mettano a disposizione del Pd e facciano altro, di potere ne hanno avuto fin troppo e lo hanno usato male.
Sono d'accordo, e ripropongo un mio post pubblicato sulla mia pagina fb."Qualcuno potrebbe avvertire il PD del Lazio di quello che avviene nella regione, perchè a guardare il loro sito web sembrerebbe che siano un po indietro (con l'informazione). Siamo ancora all'appello "Polverini a casa" e all'intervista a Gasbarra che chiede con fermezza le dimissione della governatrice. Se il dibattito non passa attraverso i partiti, mi fate sapere dove si stanno facendo strategie per il futuro del Lazio? Grazie"
Ho conosciuto i tuoi genitori, quando eri un bambino, da quello che scrivi ( anche se, lo sai, hai tanti nemici anche tra i miei amici) devo dire che ti hanno cresciuto bene. Spero che tu sia anche conseguente e coerente con le tue parole
Il tuo commento mi commuove. Grazie davvero.
benissimo concordo su tutta la linea! ma come dare risposte concrete in 90 giorni meno 45 meno qualche giorno per chiudere le liste meno altro ancora ovvero cosa proporre oggi…questa volta veramente dobbiamo decidere ad horas i presupposti per le candidature e anche i criteri…o mi sfugge qualcosa?
dobbiamo decidere, fare presto, senza ipocrisie. ma se cominciassimo a dire cosa volgiamo fare, forse decidere chi lo fa sarebbe conseguente
si si…. a dopo!
hai scritto esattamente quello che penso e che insieme ad altri democratici qui nella Tuscia Romana stiamo cercando di fare. Contiamo anche sul tuo aiuto
per quel poco che posso, sempre a disposizione!
Approfitto di questo spazio, che visito spesso e volentieri, per dirvi che qualche giorno fa abbiamo creato il gruppo Facebook PD TUSCIA ROMANA.
L'obiettivo è quello di promuovere un profondo rinnovamento della politica e dei quadri dirigenti, facendo appello alle migliori risorse della società civile e del Partito. Dobbiamo ricostruire un filo di partecipazione e di democrazia che permettano anche di trasformare e rifondare le istituzioni locali e nazionali. Per questo chiediamo:
• Il rinnovamento della politica attraverso la non ricandidatura degli attuali consiglieri regionali;
• L’avvio di un percorso partecipativo che permetta non solo di selezionare una rinnovata classe dirigente, ma che apra il confronto e la partecipazione a una progettualità dal basso e condivisa;
• L’avvio di primarie aperte per la definizione delle liste dei consiglieri e per la scelta del candidato presidente.
Ci vediamo, chi vuole, sabato 6 ottobre, alle 10.30, presso Circolo Michele Bincoletto Via Garibaldi, 23, Manziana (RM).
..sento puzza di scissione.. della serie QUI COMANDO IO.. se tu vuoi comandare.. fallo a casa tua. Scommettiamo ?
?
ma che vuol dire?
Anche se non c’entro una fava con il PD, hai ragione. Il tuo scritto è condivisibile in toto.