Perché dico: finalmente le primarie
1) Cuius regio, eius religio
Questa espressione latina sintetizza, di fatto, il concetto di religione di stato. Ebbe grande rilevanza ai tempi della riforma protestante: vuol dire in sintesi che il popolo doveva avere la stessa religione del signore locale. E che c’entra con il Pd, il congresso e via dicendo? C’entra perché siamo un partito organizzato in questo modo. E lo dico senza dare un giudizio di merito, di valore. E’ un dato di fatto. Read more »
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Il piano dell’opera
Essendomi svegliato con una piena attitudine cazzeggiatoria – e soprattutto non avendo alcuna intenzione di smettere – ho deciso di dare alle stampe (virtuali) a una grande opera letteraria, di letteratura decisamente minore, per carità. Read more »
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Prefazione
Appena abbiamo dato notizia della nostra intenzione di scrivere quest’opera si è aperto un dibattito fra storiografi e archeologi della politica, sulla reale utilità di un’analisi su questa specie semisconosciuta e con ben poca rilevanza, apparentemente, nella storia politica degli inizi del terzo millennio. E non sono pochi gli esperti che hanno decisamente concluso con un parere negativo. Read more »
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Cap I – i francomorgiani
Nella nostra analisi su questa formazione politica della storia antica, abbiamo inteso partire dalla corrente dei francomorgiani, perché si tratta forse del capitolo più oscuro della vicenda. Anche il nome della tribù è incerto. Alcuni autori dell’epoca li chiamano “dalemaniani”, altri “talebani”, altri ancora “bugarinidi”. Di certo c’è che furono di grande rilievo nel panorama politico locale, grazie alla loro capacità di dispensare posti a corte, ma anche per la loro capacità di inventare alleanze con le altre correnti democratiche e con formazioni politiche vicine e lontane. Storica è la loro unione, ben cementata – è proprio il caso di dirlo – con il monarca locale, Medici I. Si estinsero presto, dicono gli storici, a causa di una malformazione congenita che li portava a digrignare continuamente i denti. Read more »
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cap II: gli ubiqui
Altra tribù misteriosa nel variegato panorama del X Municipio di Roma furono sicuramente i cosiddetti “ubiqui”. Gli storici hanno lungamente discusso sulla natura stessa di questa affascinante forma di aggregazione politica. E molti sostengono apertamente che non si trattò di una vera e propria corrente, ma di singoli individui legati semplicemente da un’uniformità di comportamenti costanti nel tempo. Dissentiamo fermamente da questa interpretazione.
Come nel caso dei francomorgiani, infatti, è possibile individuare con esattezza un capo corrente, una corte, una precisa strategia, se non proprio politica quanto meno di espansione continua. Read more »
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cap. III: i veltroniani
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cap IV: i capannellidi
I capannellidi erano stanziati nella zona detta Capannelle, area famosa perché qui, nell’antica Roma si svolgevano curiose competizioni fra cavalli sul cui esito alcuni esseri umani, detti cavallari, scommettevano ingenti somme di denaro.
La zona di Capannelle, che comprendeva i tre quartieri di Statuario, Quarto Miglio e appunto Capannelle, fu a lungo terreno di scorribande degli ubiqui. Qui, fra i cavallari, trovarono il loro habitat naturali autorevoli dirigenti di questa tribù, dal capostipite dei battaglidi, a quello Zidane che abbiamo già ampiamente descritto. Read more »
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cap. V: gli anagninidi
Si tratta di una tribù che agiva esclusivamente, come si legge nei documenti dell’epoca, “fuori dal Grande raccordo anulare”. Non si capisce bene cosa volesse dire e cosa fosse questo Grande raccordo anulare (in sigla Gra), pare, però, che costituisse non solo una barriera fisica quasi insormontabile, ma anche una sorta di condizione spirituale.
Coloro che risiedevano fuori dal Gra, si ritenevano, infatti, figli di un Dio minore, cresciuti in zone malsane, in abitazioni di fortuna, spesso prive di quelli che venivano chiamati “servizi pubblici”. Pare si trattasse di elementari “benefit” riguardanti raccolta delle acque, illuminazione, circolazione, comunicazione, che per motivi ignoti solo a fatica riuscivano a valicare questa importante frontiera. Read more »
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cap. VI: i rutellidi
La tribù dei rutellidi era molto sviluppata a Roma, meno nel X Municipio, dove seppero però primeggiare nella pratica “facciamo a chi ce l’ha più lungo”. Pare fossero virtualmente superdotati. Ma non si hanno notizie su un’effettiva rispondenza alla realtà. Pare che la diffusione di questa tribù nel territorio dell’antica capitale d’Italia sia dovuta alla presenza del loro leader indiscusso, Francesco detto “Cicciobello” Rutelli, che avrebbe ricoperto posizioni di rilievo nel governo di Roma. Pare addirittura sia stato eletto sovrano per due periodi di seguito. Poi tentò l’avventura sulla scena politica nazionale, con scarso successo a dire il vero. Alla fine tentò di riconquistare il trono romano, ma fu clamorosamente battuto da tal Lupomanno, figura alquanto oscura dello schieramento opposto. Read more »
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